Novità importantissime per le Partite IVA: il Governo offre un’altra possibilità ma, per approfittarne, c’è tempo solo fino al 12 dicembre.
Il Governo di Giorgia Meloni prosegue dritto lungo il percorso di una riforma fiscale che segue due parole d’ordine: razionalizzare e semplificare! Lo scorso anno i cambiamenti più importanti hanno riguardato le aliquote Irpef per lavoratori dipendenti e pensionati. Quest’anno è stata introdotta una novità di grande rilievo che, invece, si rivolge alle Partite IVA.
L’obiettivo è duplice: andare incontro ai contribuenti e, al tempo stesso, contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale, vera piaga che affligge l’Italia e che penalizza tutti i contribuenti. Dopo aver riconfermato anche per il 2025 il taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi e il sistema con tre aliquote Irpef, l’Esecutivo lancia un’altra proposta.
Si tratta di una sorta di “patto” tra liberi professionisti e Fisco che, da un lato, permetterebbe alle Patite IVA di vivere tranquille per i prossimi due anni e, dall’altro lato, assicurerebbe allo Stato entrate certe. La scadenza, inizialmente, era stata fissata per il 31 ottobre ma il Governo, per permettere a tutti di aderire, ha deciso di allungare fino al 12 dicembre.
Il Governo di Giorgia Meloni ha deciso, per il biennio 2025-2026, d’introdurre una novità importantissima per le Partite IVA: la possibilità di aderire ad un concordato preventivo con il Fisco. I termini per sfruttare questa opportunità sono stati estesi fino al prossimo 12 dicembre. Vediamo, nei dettagli, in cosa consiste e a chi conviene.
Il concordato preventivo si rivolge alle Partite IVA forfettarie: cioè a coloro che fatturano non più di 85.000 euro lordi all’anno. Di cosa si tratta nello specifico? In pratica, chi aderirà al concordato saprà già in anticipo quante tasse dovrà pagare per i prossimi due anni e, di conseguenza, non rischierà controlli improvvisi da parte del Fisco.
Le tasse da pagare verranno calcolate “a priori” dall’Agenzia delle Entrate sulla base di ipotesi di guadagni che si fondano su studi di settore. In poche parole se, in base al settore in cui opera, il soggetto X, secondo il calcoli dovrebbe guadagnare circa 50.000 euro lordi all’anno, il Fisco calcolerà le tasse su tale cifra a prescindere da quanto poi tale soggetto guadagnerà effettivamente.
A chi conviene? Difficile dirlo in quanto, essendo appunto tasse calcolate a priori che si basano su guadagni ipotetici, è tutta una scommessa. Fino ad ora le adesioni da parte dei liberi professionisti sono state piuttosto esigue e anche per questo il Governo ha deciso di estendere i termini di adesione fino al 12 dicembre. La speranza originaria era di riuscire ad incassare, con questo strumento, almeno 2,5 miliardi di euro ma, secondo le stime, anche prorogando la data di scadenza fino al 12 dicembre, al massimo potrebbero entrare nelle casse dello Stato non più di 400 milioni.
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