Per migliaia di pensionati italiani si è concretizzato un vero e proprio incubo: il fisco vuole risarcimenti per anni di tasse arretrate.
Siamo di fronte a una situazione assai delicata sia dal punto di vista fiscale che da quello giuridico, e di certo anche difficile anche in termini umani: per i pensionati coinvolti non sarà una passeggiata. L’Agenzia delle Entrate ha infatti richiesto a migliaia di pensionati il pagamento di imposte arretrate dal 2016, applicando anche le sanzioni previste dalla procedura. Ma com’è possibile che queste tasse siano state richieste solo ora? E come faranno adesso i diretti interessati a sopportare un carico fiscale così grave?
Alcuni di questi pensionati potrebbero ora provare a intentare cause legali per contestare la decisione dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate. Ovviamente, bisogna tener conto che l’iter legale potrebbe rivelarsi non solo lungo e costoso ma anche poco funzionale: non è detto che porti a un risultato conveniente per il contribuente.
Le associazioni di pensionati stanno intanto provando a dialogare con le istituzioni. Pare che sia già arrivata una lettera al viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, contenente una richiesta di revisione della situazione. Tuttavia, almeno al momento, non ci sono stati interventi risolutivi da parte della politica.
L’azione dell’AdE nasce da un cambio di interpretazione di una convenzione fiscale. Le regole che erano state valide per decenni sono cambiate pochi mesi fa, ed è per questo che ora il fisco italiano si aspetta che i pensionati paghino le tasse mai versate precedentemente.
Il cambio di interpretazione di una convenzione fiscale riguarda un vecchio accordo bilaterale firmato tra Italia e Bulgaria nel 1988. I pensionati braccati da INPS e AdE sono infatti italiani che per ragioni di vita o, più comunemente, per questioni di convenienza fiscale, si sono trasferiti in Bulgaria. Sono circa mille, e fino al giugno 2023, questi italiani hanno beneficiato di un’esenzione fiscale (secondo una convenzione bilaterale firmata nel 1988 tra Italia e Bulgaria) secondo cui le pensioni dei cittadini italiani residenti in Bulgaria non dovevano essere tassate.
Proprio nel giugno 2023, l’INPS ha cambiato l’interpretazione di questa convenzione, sostenendo che le pensioni italiane devono essere tassate in base alla cittadinanza italiana e non più alla residenza fiscale. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate ha richiesto subito il pagamento di imposte arretrate. In pratica il fisco chiede tutte le tasse degli ultimi sette anni, più gli interessi. E ora tanti pensionati si sentono sommersi dai debiti.
Alcuni pensionati hanno già subito la trattenuta integrale della loro pensione per saldare i debiti fiscali. Uomini e donne lasciati quindi senza un soldo in tasca per vivere, pagarsi l’affitto, le bollette e le cure mediche. In Italia neanche se n’è parlato… La Bulgaria, invece, ha chiesto all’Italia di rivedere questa nuova interpretazione della convenzione. Senza risultati, però: il Governo italiano ha risposto che il recupero delle tasse arretrate va eseguito per un principio di parità fiscale.
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